L’apparenza esterna dei viventi dipende forse dal caso oppure forme e colori degli animali sarebbero indice della loro vita interiore, espressioni di complessità e di intelligenza?
Ne La forma degli animali, Portmann afferma l’esistenza di caratteristiche fenomeniche correlate al livello di differenziazione dell’animale.
Secondo lo zoologo sarebbe possibile capire se e quanto un animale è intelligente semplicemente osservandolo.
A sostegno della sua tesi egli fornisce numerosi esempi tratti dal confronto fra differenti forme-di-vita.
La più importante correlazione fra morfologia e sviluppo del cervello riguarda la possibilità di possedere o meno una testa.
Molti animali (ad es. meduse, stelle di mare, unicellulari, spugne) sono del tutto acefali, privi di testa.
Ma che cos’è la testa in termini zoologici?
Una testa per essere tale deve unificare tre funzioni fondamentali: sensibile, nutrizionale e locomotoria.
Deve riunire quindi la bocca, i grandi recettori a distanza e il cervello, rivolti nella direzione della locomozione.
Una testa ben delineata caratterizza le organizzazioni superiori, mentre nei pesci e nei vertebrati inferiori è integrata nel design complessivo del corpo.
Nei pesci la testa appare adattata all’esigenza di una forma idrodinamica; essa non è che il polo anteriore di un corpo strutturato per nuotare.
Mammiferi e uccelli mostrano invece teste ben modellate e sollevate da un collo; esse possono esibire pattern molto speciali rispetto al resto del corpo, o anche ciuffi, creste, criniere e altri ornamenti.
Affascinanti sono le formazioni iridescenti nel becco di alcuni uccelli, come le perline luccicanti del bengalino tropicale, accessori che possono essere compresi solo in riferimento all’imboccamento, in quanto organi ottici di tipo semantico che intensificano le attenzioni dell’adulto.