E se in testa non vi fossero
che prati sconfinati e cieli oblunghi
e acqua e desiderio d’esser tersi.
E lembi rosa e grigi
e luci
che tagliano ombre corte, ferendole…
E fuori ottundimento
e dolorosa quiete.
Un soffrir dolce.
La vista che vuol sporgersi,
sbilanciarsi
oltre l’ingombrante piccolezza
di volute cerebrali.
Oltre il gemer vuoto di un cuore senza petto
di una voce rappresa in
equilibrio
senza destinatario.