Se ancora ritenessi
che il domandare spoglio
un qualche senso avesse
certo non esiterei
chiedendo con la mano
tesa se oltre di essa
affondar la mente si
possa. Al di là del guscio
dell’alba superficie
sigillo imperituro
del liquido apparire.
O forse il galleggiare
penoso della pulce
dimentica che sotto
è morte e abisso dice
la nostalgia di scorza
di pelle e simulacri?
Ce fut d’abord une étude. J’écrivais des silences, des nuits, je notais l’inexprimable. Je fixais des vertiges.
[A. Rimbaud, Une saison en enfer, Délires II – Alchimie du verbe]