Rosso vermiglio lacustre
Scenario improbabile e dimenticato che abita in un occhio liquido e solitario
Specchio robusto e fragile del cielo che non è azzurro né bianco né grigio.
Quest’oggi ormai inoltrato si tinge di oro e vermiglio, ha un che di regale e sanguinolento
S’informa nell’acqua e nel fuoco di un sole anziano ed esausto
È questo sole che parla quando dovrebbe tacere, nuota prima di andare a dormire e senza sonno blatera.
Non è più tempo di parlare e non c’è più nulla da dire.
È troppo tardi per arrossire ma non è mai tardi per l’imbrunire, e sanguinare
Farsi esangui poco a poco infondendosi, sperperandosi
Arrischiando sulle rive questi rivoli, raffreddandoli e raggelandosi.
Il sole si disperde, si differenzia . Si infrange, differisce rarefacendosi
Ed è più caro ed è più caldo nel suo perdersi.
Nello smarrirsi del giorno che si congeda.
“farsi esangui…sperperandosi”
lo sento come un riappropriarsi dei propri errori, un riaffermare l’importanza di sbagliare
e forse sbaglio io, distorcendo le tue parole
🙂
ml
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Nessuna distorsione, anzi. Forse che sbagliare non sia il primo passo verso una nuova appropriazione? Grazie ML!
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